IN ANTEPRIMA, LA NOTIZIA DI UNA SCOPERTA CHE SALVERÀ LA VITA A DIO SOLO SA QUANTI BAMBINI E GIOVANI.

Tutto comincia pochi anni fa quando il Dr. Marco de Feo, che lascia spesso il suo studio di Roma per prestare volontariamente la sua opera in un ospedale Comboniano in Uganda, viene avvicinato da un missionario che gli chiede di visitare di nuovo Lina, una bambina di dieci anni orribilmente sfigurata che aveva già operato un anno prima per un tumore alla bocca. Il male ha recidivato, e de Feo la opera di nuovo e promette al Comboniano che avrebbe cercato di capirne di più. Il medico scopre così che la patologia, di origine sconosciuta, è molto diffusa, colpisce prevalentemente bambini e giovani, ha un’alta capacità recidivante e porta alla morte. Il caso di Lina è la punta di un enorme iceberg di cui non si hanno notizie per la mancanza di statistiche causata dalla scarsità di ospedali e dai problemi organizzativi tipici dei paesi poveri; ma soprattutto perché la malattia è considerata, per le terribili deformazioni che induce e le mutilazioni causate da eventuali operazioni, “frutto del demonio”, e per questo chi ne è colpito viene isolato e nascosto.

Il Dr. de Feo va avanti con tutte le sue forze. Comincia a convincersi che la malattia sia di origine virale e in relazione con il consumo di ratti, di cui molti si nutrono causa l’estrema povertà. Questo la rende “politicamente scomoda”; anche per questo, organizzare analisi e test sofisticati è difficile e costoso. Ma lui spende del suo e chiede aiuto agli amici; fra questi, anche a noi dell’Organizzazione di Volontariato “Economia Alternativa”, che contribuiamo con poche migliaia di euro. Niente a paragone di quello che servirebbe, e meno di niente rispetto a quanto le istituzioni di ricerca spendono per altri progetti… eppure il lavoro procede, fra Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Italia; comincia a ottenere attenzione, arriva qualche risultato e con l’aiuto dei medici, biologi e oncologi dell’Istituto Nazionale Tumori, del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e del S. Camillo-Forlanini si arriva a puntare il dito su un virus: il Lassa Virus (Arena Virus), cugino stretto dell’Ebola. Si mettono insieme i soldi (oggettivamente molto pochi, ma tantissimi se non si hanno) necessari per fare analizzare all’Università di Kinshasa campioni provenienti da nove ammalati, e finalmente ecco la prova: l’assassino è proprio lui.

Adesso la ricerca si fa mirata, si sa fra quali antivirus cercare l’arma più efficace. Un altro virus nato dalla povertà sarà sconfitto.

Lina nel frattempo è morta tredicenne, dopo essere stata operata altre cinque volte. Ma la promessa del Dr. Marco de Feo sta per essere mantenuta.

Grazie Marco.

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