“UN GRANDE GRAZIE” Messaggio del Superiore Generale dell’Istituto Comboniano P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, mccj, “A nome del Consiglio Generale per la Celebrazione dei 150 anni dell’Istituto ai partecipanti al Simposio tenutosi presso L’Università Urbaniana il 17 Nov. Sc.”

Carissimi confratelli e consorelle, carissimi partecipanti al Simposio in occasione del 150° Anniversario della Fondazione dell’Istituto Comboniano, l’“Istituto delle Missioni per la Nigrizia”, un grande grazie a tutti per essere qui, per partecipare a questo simposio e celebrare con noi.
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Lo spirito con cui facciamo questo nostro Simposio è quello di celebrare:
1. San Daniele Comboni, il nostro Padre e Fondatore.
2. I 150 anni di vita del nostro Istituto.
3. Il nostro continente, l’Africa, i suoi figli e le sue figlie.

1. Celebriamo San Daniele Comboni
Cosi parlava a Khartoum Comboni, l’11 maggio 1873: “Sono ben felice, o carissimi, di trovarmi finalmente reduce a voi dopo tante vicende penose e tanti affannosi sospiri… tra voi lasciai il mio cuore, e riavutomi come a Dio piacque, i miei pensieri ed i miei passi furono sempre per voi… Ma io mi vi rassegno, nella speranza, che voi tutti mi aiuterete a portare questo peso con allegrezza e con gioia nel nome di Dio” (Scritti di san Daniele Comboni 3156-3159).
Sì, celebriamo San Daniele Comboni, il missionario dedicato e generoso, che ha vissuto pro Africa. Sì, celebriamo la sua visione della “Rigenerazione dell’Africa con l’Africa” e il suo carisma, dono dello Spirito Santo e frutto della sua dedizione. San Daniele Comboni continua ad essere vivo, attraverso la sua ispirazione e le sue preghiere di intercessione. Più di 136 anni dopo la sua nascita al cielo, San Daniele Comboni è presente attraverso il suo carisma vissuto nella vita dei suoi figli e delle sue figlie e nella vita delle Chiese Locali d’Africa.

2. Celebriamo i 150 anni di vita dell’Istituto
Quando leggiamo con attenzione la vita del nostro Istituto e la vita dei nostri confratelli che hanno vissuto con grande generosità la missione, ci sentiamo invitati a celebrare e, con tutta umiltà, a gioire per il miracolo visto e vissuto nelle nostre missioni grazie ai figli e alle figlie di Comboni che hanno dato tutta la loro vita – alcuni anche la loro morte tragica e di martirio – all’amata Africa e agli africani.
Grazie all’aiuto della Chiesa attraverso la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, Grazie al popolo di Dio che ci ha accolto e grazie alla generosità dei nostri collaboratori, aiutanti e benefattori, la vita del nostro Istituto Comboniano è una bella storia di dedizione, di consacrazione e di servizio a Dio e al popolo di Dio in Africa, in America, in Asia e in Europa. Grazie alle nostre sorelle, le Suore Missionarie Comboniane, alle Missionarie Secolari Comboniane e ai Laici Missionari Comboniani, per la loro collaborazione, per la loro dedizione e testimonianza e per la loro incarnazione e contestualizzazione del carisma di san Daniele Comboni. Oggi grazie a tutta la famiglia comboniana e tutto il movimento attorno a Comboni, celebriamo Comboni e la sua visione con una visione arricchita ed aggiornata. Alla vigilia dei 150 anni di vita come discepoli e apostoli chiamati a condividere la Fede, la Speranza e la Carità con la gioia del Vangelo in una comunità di fratelli che provengono da diverse nazioni dell’unico mondo, amato da Dio, Papa Francesco ci ha detto:
“In quanto Comboniani del Cuore di Gesù, voi contribuite con gioia alla missione della Chiesa, testimoniando il carisma di san Daniele Comboni, che trova un punto qualificante nell’amore misericordioso del Cuore di Cristo per gli uomini indifesi. In questo Cuore c’è la fonte della misericordia che salva e genera speranza. Pertanto, come consacrati a Dio per la missione, siete chiamati ad imitare Gesù misericordioso e mite, per vivere il vostro servizio con cuore umile, prendendovi cura dei più abbandonati del nostro tempo. Non cessate di chiedere al Sacro Cuore la mitezza che, come figlia della carità, è paziente, tutto scusa, tutto spera, tutto sopporta (cfr. 1 Cor 13,4-7)”.

3. Celebriamo l’Africa, i suoi figli e le sue figlie
Grazie allo Spirito Santo che dona ai suoi servi un carisma particolare. Comboni ha sposato l’Africa ed è diventato servo degli Africani, perché ha avuto una visione di fede che ha affermato e confermato con la verità che l’Africa, anche se è impoverita e sfruttata, è rigenerata molte volte e ormai non può e non deve tornare indietro. Sì, questo cammino chiede ed esige dai figli e dalle figlie dell’Africa un atto di fiducia e di impegno umano. Comboni ha amato la missione africana.
San Daniele Comboni ha compiuto quest’atto di fiducia e così i suoi figli e le sue figlie. Comboni è contento quando gli africani non elemosinano fiducia e apprezzamento da altri, ma si impegnano in prima persona ad avere fiducia nell’Africa e, grazie all’aiuto di Dio, si impegnano a cambiare l’Africa anche stando fuori dall’Africa. Perché l’Africa amata rimane nel cuore.
“Cari figli e figlie della Chiesa, Famiglia di Dio in Africa, tutti voi uomini e donne di buona volontà in Africa e altrove, condividiamo con voi la forte convinzione di questo Sinodo. L’Africa non è impotente. Il nostro destino è ancora nelle nostre mani. Tutto ciò che essa chiede è lo spazio per respirare e per prosperare. L’Africa si è già messa in moto e la Chiesa si muove con lei, offrendole la luce del Vangelo. Le acque possono essere burrascose, ma con lo sguardo puntato su Cristo Signore (cfr. Mt 14,28-32) arriveremo sicuri al porto della riconciliazione, della giustizia e della Pace. Africa, alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina! (Gv 5,8)” (dal Messaggio al popolo di Dio della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, n° 42).

Buon Simposio e GRAZIE.
P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, mccj
A nome del Consiglio Generale

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