Padre Giorgio Aldegheri ci scrive ancora da Bangui, capitale del Centrafrica. Non è un posto virtuale né su un altro pianeta: solo a cinque ore di volo da noi. Donne in prigione perché “streghe”, una piccola tragedia – povere case bruciate con “soli” 10 morti… Un episodio fra migliaia, sofferenze divenute “normali” che aiutano a capire il perché dei barconi. Eppure la speranza non muore: si costruisce con fatica una scuola povera ma piena di bambini che vogliono imparare… anche se costretti a seguire le lezioni seduti a terra.

Carissimi

« Il Signore cè », dicono i cristiani nei momenti difficili e intendono dire che « non mancherà a manifestarsi ».
Grazie di cuore per le tante preghiere e per la vostra generosità. Non abbiamo pretese ma confidiamo nell Provvidenza che non mancherà. Grazie di cuore per la vostra solidarità.
Questa mattina mi sono incontrato con un mio confratello che è presente negli ospedali e segue il carcere femminile. La maggior parte delle donne sono in carcere perché accusate di essere delle « streghe ». Abbiamo parlato anche della situazione. Alla fine gli ho detto : fa la carità fin che hai tempo. Glielo ho ripetuto più volte. Sono tornato da un viaggio per visitare la comunità comboniana di Boda. Era stata la mia prima missione. 110 km di asfalto e 85 km di pista molto difficile. Un grosso villaggio dove le due comunità (musulmani e non-musulmani) vivono ancora in quartieri separati
e con molta sfiducia reciproca dopo le sofferenze atroci subite. Ma c’è un forte miglioramento nella ripresa della vita sociale e commerciale. Dietro la chiesa, sul terreno della missione, ci sono ancora circa 600 persone che vivono sotto le tende. Alcune ONG sono presenti per diversi aiuti da apportare. La missione, attraverso la Caritas parrocchiale, assiste molte famiglie, cercando anche di favorire il ritorno nei quartieri ricostruendo le casette distrutte.
È sempre bello per me ritrovare I collaboratori di allora e tante persone che ricordano di essere state battezzate da me.
Rientrato a Bangui ho trovato P. Fazion Stefano, che viene da Grimari, dove ho lavorato dieci anni. Mi ha parlato dei momenti difficili vissuti nel mese di ottobre e mi ha dato delle foto delle case bruciate. Era a Ferme Ndala, 8 km da Grimari. I ribelli hanno bruciato le case e hanno ucciso anche 10 persone. Nello stesso tempo mi ha portato delle foto della nuova scuola terminata. La vita continua. Dobbiamo credere e sperare. Manderò alcune foto di entrambe le realtà.
Termino ringraziando e salutando cordialmente tutti e tutte.

p. giorgio

Ed ecco le foto di quella che p. Aldigheri chiama “entrambe le realtà” : le povere case bruciate dai guerriglieri che hanno ucciso 10 civili, e bambini che seguono le lezioni seduti a terra perché mancano i banchi.
Chi può, aiuti.
Perché nel loro futuro non ci sia né un’emigrazione-fuga né un barcone pronto ad affondare.

4 thoughts on “Padre Giorgio Aldegheri ci scrive ancora da Bangui, capitale del…”

  1. Caro Carlo, seguo da circa 30 anni, Suor Giustina Missionaria in Centrafrica, a Baoro. Quello che qui leggo è la triste realtà! La Missione dove opera Suor Giustina è stata depredata di tutto; a loro è rimasto soltanto un telefono satellitare che tengono ben nascosto e che lei usa per farmi delle brevissime comunicazioni sulla situazione. Suor Giustina oggi ha circa 73 anni di cui più di 40 trascorsi in Centr’Africa. Pesa 39 chili!!! L’ultima volta che è venuta a Palermo, toccavo solo ossa! Mi ha detto che per il cibo, manda i pochi uomini in condizione di farlo, a cacciare scimmie e serpenti. Molti non ritornano perché vengono trucidati. Preferisco non raccontare altro. Ti allego una sua foto. 🙁

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *