…e la vita va avanti, e la speranza non muore. Un altro messaggio da padre Giorgio Aldegheri dal Centrafrica:
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Carissimi,
L’occasione per farmi presente e salutarvi, dopo tanto silenzio. La
situazione del paese è ancora molto insicura e la sofferenza è enorme.
Restiamo, speriamo e lavoriamo.
Vi mando queste foto per dirvi che la speranza ha ragione d’essere. La professione è stata domenica 31 luglio.
L’altra settimana ero andato a Grimari per un’altra professione perpetua. Vi dico che sono tornato sano e salvo, è il caso di dirlo. 5 ore per 120km.
Nell’andata mi sono anche piantato nel fango. Alcuni giovani mi hanno aiutato a uscire. Altre due macchine come la mia: la stessa storia. Loro più coraggiosi sono passati davanti a me, ma dopo 50 metri ho trovato uno quasi rovesciato nel fossato e l’altro a 500 metri “impiantato” in una buca. Penso che abbiano faticato molto a uscirne. Io con la mia calma sono passato senza problemi ma con tanta paura. Per fortuna che le nostre vetture sono alte da terra e hanno le quattro ruote motrici. Che pazzie!!!!!!!!!!!!! Ciao. Ci
sentiremo.
Il giorno 15 agosto i due giovani comboniani centrafricani saranno ordinati diaconi. È bello. Pregate per noi tutti e noi pregheremo per voi.
p. giorgio
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Certo che pregheremo per te, padre Giorgio.
Vanno bene le istanze di solidarietà a patto che si tenga ben presente che la crescita esponenziale della popolazione umana, il cambiamento climatico e l’illusione di potere garantire ai prossimi 9 miliardi di persone standard di vita quali quelli che abbiamo goduto (più o meno immeritatamente) porteranno a breve termine alla distruzione del pianeta. Non è una profezia sinistra, ma una visione scientifica che vediamo avverarsi ogni giorno di più. Nel trattare questi problemi occorre molta prudenza e riflessione pondwerata al di fuori del buonismo e della demagogia.
Bisogna però mettersi d’accordo se mettere alla base della programmazione la bontà o l’egoismo. Non certo il “buonismo”, definito dai vocabolari come come “Atteggiamento di benevola apertura e comprensione per tutte le posizioni, accusato di non andare al di là di generici appelli moralistici, capaci solo di produrre compromessi confusi e di basso livello”. Secondo questa definizione, noi non siamo “buonisti” perché abbiamo un progetto preciso: evitare che queste persone siano costrette dalla disperazione a casa loro ad affrontare la morte, ma anche il rigetto da parte di parte di coloro dai quali sperano di essere accolti dopo avere attraversato l’Africa e poi il Mediterraneo. La disperazione ha due radici: guerre e condizioni di vita di estrema precarietà, da 40 anni di vita media (dati ufficiali in molti di questi paesi). Noi non possiamo agire sulla parte “guerre”, che è compito dei governi, ma possiamo certamente migliorare le condizioni di vita sul posto. Anche i governi devono occuparsi ovviamente del miglioramento delle condizioni di vita suo posto di queste persone, aiutandoli e combattendo il loro sfruttamento, anziché essere causa dello stesso – vedi petrolio, coltan, diamanti, land grabbing. Mi lasci dire infine che la parola “buonismo” è diventata una cortina fumogena che troppi usano per nascondere un altro “ismo”: il proprio egoismo. Non parlo di lei naturalmente, se no non sarebbe membro di questo gruppo; ma ci faccia caso, è l’accusa che troppi che non fanno nulla lanciano a chi cerca di fare qualcosa. Grazie dell’intervento.
Caro Barbieri,non si può restare indifferenti di fronte all’eroismo dei missionari. Non si può e non si deve criticarli. Io però ribadisco quanto affermato e cioè che fino a quando avremo natalità di 8 figli e forse più, per ogni donna del Kenya o della Nigeria o del Messico, la fame aumenterà in sequenza esponenziale, e insieme con la fame cresceranno le guerre, le carestie, la desertificazione e la migrazione forzata verso i paesi ricchi. Questi dapprima accoglieranno benevolmente i profughi ma con l’aumento degli sbarchi cambieranno atteggiamento e li tratteranno più o meno come gli angloamericani trattarono gli schiavi neri, gli irlandesi, gli italiani e i loro discendenti. E’ un fatto sistemico che non ha niente a che vedere con l’etica, con la moralismo o il moralismo, buonismo compreso. Il razzismo nasce da princìpi scritti nella biologia evoluzionistica e non nella buona o cattiva volontà degli uomini. Che sono nient’altro che organismi viventi, alla pari con gli scimpanzé, i lombrichi, le piante e i batteri, e obbediscono agli stessi princìpi che hanno permesso la vita di tutti sul pianeta. Ricordiamoci così come i bianchi americani hanno hanno trattato da inferiori i neri, i romani hanno trattato i biondi germanici e gli slavi nel periodo dell’Impero. Noi non siamo esseri divini, superiori agli altri come continuano a proclamare certi religiosi anche in buona fede ma in perfetta ignoranza. Mi auguro che gli eroici padri queste cose le sappiano e le insegnino ai loro discepoli. E gli insegnino anche a fare meno figli o a non farne affatto. Anche perché per ogni chilo di carne umana – cioè in termini traslati – per ogni figlio dell’uomo che arriva sul pianeta c’è una quantità uguale di vita selvaggia – piante animali e batteri – che scompaiono per sempre. Finché entro il secolo resterà una sola specie – quella umana, che intanto fra fame, guerre e malattie sarà diventata disumana e suiciderà il pianeta. Se i padri missionari non cominciano a includere le basi di un controllo delle nascite e di un’economia sostenibile nella loro lotta alla miseria, se non insisteranno sulla vera cultura, i loro sforzi saranno non solo inutili ma dannosi. Per tutti, anche per i buonisti veri e presunti.Caro Bar bieri,Non si può restare indifferenti di fronte all’eroismo dei missionari. Non si può e non si deve criticarli. Io però ribadisco quanto affermato e cioè che fino a quando avremo natalità di 8 figli per donna, e forse più, la fame aumenterà in sequenza esponenziale, e insieme con la fame le guerre, le carestie, la desertificazione e la migrazione forzata verso i paesi ricchi. Questi dapprima accoglieranno benevolmente i profughi ma con l’aumento degli sbarchi cambieranno atteggiamento e li tratteranno più o meno come gli angloamericani trattarono gli schiavi neri, gli irlandesi, gli italiani e i loro discendenti. E’ un fatto sistemico che non ha niente a che vedere con l’etica, con la moralismo o il moralismo, buonismo compreso. Il razzismo nasce da princìpi scritti nella biologia evoluzionistica e non nella buona o cattiva volontà degli uomini. Che sono nient’altro che organismi viventi, alla pari con gli scimpanzé, i lombrichi, le piante e i batteri, e obbediscono agli stessi princìpi che hanno permesso la vita di tutti sul pianeta. Noi non siamo esseri divini, superiori agli altri come continuano a proclamare certi religiosi anche in buona fede ma in perfetta ignoranza. Mi auguro che gli eroici padri queste cose le sappiano e le insegnino ai loro discepoli. E gli insegnino anche a fare meno figli o a non farne affatto. Anche perché per ogni chilo di carne umana – cioè in termini traslati – per ogni figlio dell’uomo che arriva sul pianeta c’è una quantità uguale di vita selvaggia – piante animali e batteri – che scompaiono per sempre. Finché entro il secolo resterà una sola specie – quella umana, che intanto fra fame, guerre e malattie sarà diventata disumana e suiciderà il pianeta. Se i padri missionari non cominciano a parlare di controllo delle nascite e di economia sostenibile i loro sforzi saranno non solo inutili ma dannosi. Per tutti, anche per i buonisti veri e presunti. per ogni donna del M;essico, e forse più, la fame aumenterà in sequenza esponenziale, e insieme con la fame le guerre, le carestie, la desertificazione e la migrazione forzata verso i paesi ricchi. Questi dapprima accoglieranno benevolmente i profughi ma con l’aumento degli sbarchi cambieranno atteggiamento e li tratteranno più o meno come gli angloamericani trattarono gli schiavi neri, gli irlandesi, gli italiani e i loro discendenti. E’ un fatto sistemico che non ha niente a che vedere con l’etica, con la moralismo o il moralismo, buonismo compreso. Il razzismo nasce da princìpi scritti nella biologia evoluzionistica e non nella buona o cattiva volontà degli uomini. Che sono nient’altro che organismi viventi, alla pari con gli scimpanzé, i lombrichi, le piante e i batteri, e obbediscono agli stessi princìpi che hanno permesso la vita di tutti sul pianeta. Noi non siamo esseri divini, superiori agli altri come continuano a proclamare certi religiosi anche in buona fede ma in perfetta ignoranza. Mi auguro che gli eroici padri queste cose le sappiano e le insegnino ai loro discepoli. E gli insegnino anche a fare meno figli o a non farne affatto. Anche perché per ogni chilo di carne umana – cioè in termini traslati – per ogni figlio dell’uomo che arriva sul pianeta c’è una quantità uguale di vita selvaggia – piante animali e batteri – che scompaiono per sempre. Finché entro il secolo resterà una sola specie – quella umana, che intanto fra fame, guerre e malattie sarà diventata disumana e suiciderà il pianeta. Se i padri missionari non cominciano a parlare di controllo delle nascite e di economia sostenibile i loro sforzi saranno non solo inutili ma dannosi. Per tutti, anche per i buonisti veri e presunti.
Mi dispiace di aver cliccato un po’ troppo spezzo e di avere con ciò triplicato il testo iniziale. Questo errore dipende in parte dalla mia poco familiarità d
con FB, in parte dalla dimesione delle dita che superano quella dei taSTI, E IN PARTE dai frequenti disturbi ambientali: chiamate al cellulare, arrivo di ospiti, suoni inprovvisi ecc. Mi scuso ancora.
Silvano puoi modificare il tuo commento senza cancellarlo (cancellando cioè solo la parte scritta più volte per errore) . Passa il mouse sul commento stesso, in alto sulla destra accanto al tuo nome (più o meno all’altezza della prima riga). Dovrebbe comparire la possibilità di farlo. Per quanto riguarda il succo del tuo intervento, ovviamente non sono d’accordo e quantomeno le tue considerazioni esulano dalla “mission” di questo gruppo che è aiutare adesso; non criticare l’ieri o disquisire sul domani. A uno che scivola nel fiume non posso limitarmi a dargli dell’imbecille perché secondo me è andato in montagna con le scarpe da città. Intanto lo salvo e basta. E aggiungo una cosa: che questo sia chiamato da tanti buonismo è riduttivo, povero e, a mio avviso, uno stratagemma per razionalizzare l’indifferenza. Si è buoni o non buoni. Il buonismo è un’invenzione semantica. Mi fermo qui nel rispetto del fatto che, come dicevo, questo spazio non è una tribuna ma un punto di incontro fra chi vuole dare una mano. Un abbraccio 🙂
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